mercoledì 18 aprile 2012

UOLCMEN: Un tempo lontano, uno spazio lontano ... Il 2011 dei Pearl Jam


Il 2011 è stato un anno particolarmente produttivo per i Pearl Jam, ma sopratutto per Eddie Vedder, loro frontman. I primi ci hanno deliziati con l'uscita di un bellissimo docufilm per celebrare i venti anni di attività, dal titolo “Twenty”. Mentre Vedder ha portato alla luce il suo secondo album solista “Ukulele Songs” e il dvd “Water on the road”. Forse non sono la persona più indicata per fare delle recensioni obiettive, essendo una loro grandissima estimatrice, ma ci proverò lo stesso, abbiate pazienza, non potevo ignorare tutte queste succulente uscite! Togliamoci subito il dente: l'unica produzione leggermente inferiore alle aspettative è stata quella di “Ukulele Songs”. Le componenti di questo album sono la voce di Eddie Vedder e il suono del suo ukulele. Vi sono due discrete collaborazioni, una con Cat Power e una con Glen Hansard in “Sleepless Night”. Le canzoni proposte sono alcune cover, alcuni rifacimenti di brani dei Pearl Jam e alcuni inediti. Ma veniamo al punto, l'album in realtà non è male, ma è monotono. La voce di Vedder è ben utilizzata e ci sono alcuni picchi (“Can't keep” e “Sleeping by myself”), ma questo non basta per risollevare completamente le sorti dell'intera opera. Tuttavia non mi sento di dare un giudizio totalmente negativo e il motivo è semplice, io vedo “Ukulele Songs” come un esperimento, una strimpellata, una produzione quasi casalinga che mi diverte. Inoltre la durata di 35 minuti aiuta a reggere il risultato finale seppur con alcuni attimi di noia.
Tutt'altra musica per “Water on the road”, splendido dvd del tour solista di Vedder, in cui vengono impressi nella pellicola due concerti svoltisi a Washington nel 2008 e alcune parti quasi documentaristiche in cui possiamo vedere il cantante in situazioni ben diverse dai grandi palchi, ad esempio “Unthought Known” suonata in mezzo ad un prato al tramonto in versione unplugged. A parte la bella atmosfera che si crea, vi sono dei momenti a dir poco emozionanti, come l'esecuzione di “Arc” totalmente con l'utilizzo di loop, o il finale affidato ed una sempre bellissima “Hard Sun”. Insomma, pochi fronzoli, “Water on the road” è essenziale, minimale e rustico, ma anche emozionante e bello, consigliatissimo.
 Altra impeccabile uscita è il docufilm “Twenty” di Cameron Crowe (già una volta regista di uno spaccato del movimento grunge con “Singles”), che rispetta totalmente le aspettative, ripercorrendo interamente la carriera dei Pearl Jam, tramite interviste (molto bella quella fatta a Chris Cornell), spezzoni, filmati, fotografie e testimonianze. Un'ottima produzione che da luce a una band multiforme e ancora sulla cresta dell'onda, una band che riesce ancora a incendiare i palchi che calca, cosa che dopo vent'anni non è una passeggiata! Il grande merito di Crowe è quello di aver dato il giusto spazio ad ogni componente della band, facendo emergere anche le singole personalità, in una band troppo spesso identificata solo col proprio singer. Un altro aspetto positivo è senza dubbio il fatto di aver scelto una tracklist insolita e ben composta (su tutte “Release”, “Black” e “Do the evolution”). Al contrario di "Water on the road" qui siamo al cospetto di un'opera più complessa, ma ugualmente bella e significativa. Potrebbe essere un ottimo punto di partenza per chi si accosta per la prima volta alla band, e allo stesso tempo un tesoro inestimabile per i vecchi fans. Insomma, l'anno appena trascorso è stato emozionante e ricco di sorprese per i Pearl Jam, che continuano a non deluderci mai e, a questo punto della loro carriera, è assolutamente una cosa eccezionale.

2 commenti:

rob ha detto...

ukulele song ce l'ho e mi piace un casino.
non sapevo niente invece del documentario, lo scarico al volo!!!

viva i kenemeris

Camilla Fois ha detto...

Ma ukulele songs piace molto anche a me, è che dopo l'OST di into the wild le aspettative erano alte!Ma Eddie è sempre grande!