venerdì 18 maggio 2012

UOLCMEN: Il mondo Nuovo - Il teatro degli orrori


Ho sentito, qualche tempo fa, il singolo “Io cerco te” che non mi ha particolarmente entusiasmata, ma mi ha fatto ben sperare per “Il Mondo Nuovo”, terzo album per Il Teatro degli Orrori.
L'intero album è disponibile su youtube, un'ottima decisione da parte della band. L'arte a portata di tutte le persone che possono accedere a una connessione internet, che ormai grazie ai luoghi pubblici dotati di wireless e pc è come dire alla portata di tutti (occidentalmente parlando, ma questo è un altro discorso). L'intenzione è buona, il singolo è buono, il concept dell'album è buono. Ma l'album? Ecco, non sarei mai voluta arrivare a questo punto. Ho amato “Dell'Impero delle Tenebre” e forse ancor di più “A Sangue Freddo” (ho scritto FORSE, diciamo che se la giocano alla grande!) , ma questa terza fatica, dopo molteplici ascolti continua a non entusiasmarmi. Mi spiego: penso che sia fiacco e privo di mordente, e la cosa è ancor più triste alla luce del netto miglioramento negli arrangiamenti, veramente ben fatti; ma forse a risentirne è stata l'immediatezza.
Secondo me il problema sta nella perdita, hanno perso qualcosa per strada, per guadagnare magari dell'altro, ma quello che hanno perso era maledettamente importante: sono sicura che sia l'impatto questo qualcosa, ingrediente che mi ha conquistata negli album precedenti. 
Le canzoni che nel bene e nel male mi sono piaciute sono “Non vedo l'ora” che ha una struttura ritmica ottima e “Rivendico” che spicca nel ritornello, e le spettacolari “Nicolaj”e “Dimmi Addio”, entrambe iniziano in maniera un po' scontata, ma poi si risollevano quasi subito. Tutto il resto non penso sia all'altezza dei brani appena citati, ne' tanto meno degli album precedenti.
Sono davvero amareggiata, perché li stimo e mi piacciono, avrei voluto essere più positiva, ma non ci riesco.


Al di là di tutto però una menzione speciale va fatta ai testi, sempre bellissimi (immensi quelli di “Ion” e della già citata “Dimmi Addio”) e alla spiccata dote recitativa di Capovilla. La dimensione sonora non arriva agli stessi livelli di quelle testuali e recitative, ed è un peccato, in quanto in tal modo sarebbe potuto diventare un album con i controcoglioni, invece rimane nel mezzo. Io vedo e sento questo album su una linea di confine, potrebbe essere uno di quelli che vengono spesso definiti "album di passaggio" da un momento musicale ad un altro. Ma questo sarà solo il tempo a dircelo.
Forse ho troppe pretese, forse mi sbaglio, forse con l'andare del tempo cambierò totalmente idea, ma per ora è così.
Penso che un gruppo del loro spessore possa esprimersi ai livelli massimi, perciò come utente non riesco a ritenermi totalmente soddisfatta, ripeto, potrebbe essere un album di transizione, e lo spero vivamente!

1 commento:

Davide "boldraker" Boldrini ha detto...

stesse impressioni che ho avuto anch'io...però non sò, magari vuole un'assimilazione più lenta degli altri 2 album. vedremo :)