lunedì 25 febbraio 2013

UOLCMEN: Om "Advaitic Songs"- il suono dell'anima


Aum Trayambakam Yajamahe
Sugandhim Pushtivardhanam
Urva Rukamiva Bandhanaan
Mrityor Mokshiye Maamritat
(“Addis” Om)

Ho aspettato per scrivere questa recensione, temevo che questo album fosse un fuoco di paglia, temevo di essermi fatta prendere dall'entusiasmo o di essere poco obiettiva. A circa otto mesi dall'uscita penso che siano state futili paure, perché “Advaitic Songs” degli Om è l'album migliore uscito nel 2012, secondo il mio modestissimo parere. L'album in questione è un capolavoro, e non lo dico a cuor leggero, dal momento che è preceduto da lavori del calibro di “Pilgrimage”, ma “Advaitic Songs”ha una marcia in più: va oltre, esce dagli schemi. Gli Om sono un gruppo particolare, che nasce nel 2003, composto dal bassista Al Cisneros e dal batterista Chris Hakius, precedentemente tra le fila degli Sleep, leggenda dello Stoner-Doom. I musicisti in questione potevano benissimo portare avanti il discorso iniziato col gruppo precedente e questo gli avrebbe assicurato successo e pubblico, ma non è andata così, perché in loro risiede il fuoco dell'arte, e con gli Om consacrano la loro maestria in un incontro perfetto tra musica (stoner\doom, anche se è una definizione parecchio riduttiva), filosofia,spiritualità e religione (sopratutto orientale, e maggiormente induista). I primi album sono ancorati al precedente percorso, pur tracciando una strada nuova ma ancora grezza. Album dopo album si sono evoluti verso un nuovo modo di concepire questo genere, intenso di per sé, ma in loro estremizzato intimamente, fino ad arrivare a un punto di incontro tra umano e divino. Nel 2008 Hakius lascia la band e viene sostituito da Emil Amos, e con una line-up stabilizzata continuano il loro percorso, senza sbagliare un colpo.
Nel 2012 arriva “Advaitic Songs”, e la ricerca musicale arriva ad uno “stato di non-ritorno”, tanto per citarli; abbiamo a nostra disposizione 43 minuti e 50 secondi di pura spiritualità e architettura sonora di prim'ordine. Il basso di Al è ipnotico, preciso, magico; Emil scandisce ogni canzone come se avesse tra le mani un gong rituale e intensifica l'atmosfera rarefatta dagli archi (una delle novità scelte dalla band). L'incedere è lento, cantilenante e con poco spazio per gli elementi elettrici, in realtà si sente un po' distorsione solo nel singolo “State of Non-Return”, l'unica traccia che ha una vera e propria forma-canzone.
Continuano ad essere definiti Stoner\Doom, e già le definizioni non mi piacciono, ma qua hanno davvero poco senso: gli Om sono padri di un genere che trascende i generi, che li libra in una dimensione in cui l'unica cosa che conta è l'unione col Tutto, è divenire parte di quell'unico suono che scaturisce dalla vibrazione dell'Universo, è elevarsi oltre la carne. Già dall'inizio si intuisce la direzione che prende quest'opera, l'opener “Addis” è la messa in musica del Maha Mrityunjaya Mantra, mantra della Grande Liberazione (dai cicli della reincarnazione), interpretata magistralmente da una voce femminile. Dopo il singolo, che è la canzone più diretta dell'album, prende forma “Gethsemane” in cui ogni nota e ogni strumento si fondono per formare una trama perfetta e intrigante che continua il discorso dei brani precedenti con circa 12 minuti di morbido tappeto sonoro perfetto per la meditazione e la voce di Al che culla il tema principale e recita più che cantare i versi del brano. Segue “Sinai” che è il brano più d'atmosfera e trascinante, con una ritmica coinvolgente e la linea di basso appena accennata che accompagna perfettamente gli archi. Nella chiusura ci accoglie “Haqq Al-Yaqin” rarefatta melodia, voce ipnotica e giusta conclusione di quello che più che un album è una vera e propria esperienza mistica.
A parole è difficile definire il sentimento diffuso in questo lavoro, per questo motivo vi invito ad ascoltarlo, sia per capire appieno le mie parole e anche perché penso che tutti debbano fare esperienza di quella che definisco musica dell'anima.
Namasté.


2 commenti:

Anonimo ha detto...

cheppppalle :(

Camilla Fois ha detto...

Come chepppalle? Ho scritto un pippone, mi aspettavo almeno un "Vaffanculo", siete troppo educati ahahahah :D