giovedì 28 marzo 2013

Previously On#10: Girls


Girls. In quanti scarterebbero questa serie tv solo per il titolo? Io sono uno di questi. Infatti, il semplicissimo titolo "Girls" me la farebbe associare a una delle innumerevoli serie dedicate a un pubblico giovanissimo di ragazzette, attratte per lo più da tematiche frivole o dalla solita storiellina d'amore.
Ma dopo aver letto una brevissima recensione positiva e ispirato dalle rete che produce lo show, la HBO (OZ, Boardwalk Empire, Treme, Il Trono di Spade, per nominare solo alcune serie di questo canale via cavo), ho deciso di procurarmi (assolutamente legalmente, giuro!) il primo episodio e dargli una chance.
Devo dire, cari lettori, che mai una prima impressione fu così errata. Girls è un lavoro complicato, coraggioso, sporco e soprattutto vero, un quadro generazionale di rara lucidità. Personaggi costruiti alla perfezione e giovanissimi attori uno più in gamba dell'altro.
Girls racconta le storie, le vicende, gli amori, le amicizie di un gruppo di ragazze e ragazzi dai venti ai trent'anni, e riesce a farlo in maniera mai banale, mescolando la disillusione e l'ironia della protagonista, Hannah, interpretata dalla spettacolare Lena Dunham. Questa ragazza di soli 27 anni, è infatti anche la creatrice della serie, la sceneggiatrice e la regista della maggior parte degli episodi.
La serie è arrivata alla seconda stagione dopo una prima pluripremiata, purtroppo però in Italia viene trasmessa da Mtv con un doppiaggio che fa gridare allo scandalo.
Procuratevela con i sottotitoli e non ve ne pentirete, anzi poi sarete costretti a passarla o consigliarla a tutti i vostri amici.





giovedì 21 marzo 2013

24Effepiesse: "El dia de la bestia"

Chi l'avrebbe mai detto? Anche io posso scrivere delle recensioni cinematografiche. Sì, nonostante sia uno dei meno aggiornati ed esperti sull'ottava arte che ci sia in circolazione, voglio cimentarmi con l'impresa. In realtà guardare film mi piace, e pure molto, ma ho il difetto di essere uno veramente abitudinario: uno di quelli che rivede lo stesso film 20 volte e che sa recitare a memoria brani lunghi un quarto d'ora di “Lo chiamavano Trinità” o di “Una poltrona per due”, ma che non ha mai visto Blade Runner o Guerre Stellari. Al cinema ci vado poco e nulla, ogni tanto scarico qualcosa, ma devo essere sincero: quando si parla di cinema, preferisco stare zitto ed ascoltare gli altri.
Ma quei film visti e rivisti sono per me autentiche perle, imperdibili e assolutamente consigliabili, e ho deciso dunque di condividere alcune delle mie passioni.
Inizio con una pellicola spagnola del 1995, scritta e diretta dal regista Álex de la Iglesia: “El día de la Bestia”, uscita anche in Italia con lo stesso titolo.
Il film è un vero e proprio cult in Spagna (mi azzardo a dire che gli spagnoli della mia età che non l'hanno visto sono veramente pochi) ed è una divertentissima commedia horror caratterizzata dal grottesco, dall'eccesso e dall'heavy metal.
Il protagonista è un erudito prete basco, Ángel Berriatúa (interpretato da Álex Angulo) che durante i suoi studi teologici scopre che il 25 dicembre 1995, a Madrid, nascerà l'Anticristo. Si reca dunque nella capitale (nella quale, come presagio, è iniziata un'ondata di delinquenza fomentata soprattutto dal gruppo neonazista Limpia Madrid, Pulisci Madrid) con lo scopo di trovare e annientare il neonato. Per riuscire ad avvicinarsi al “maligno” e scoprire dove nascerà l'Anticristo si propone di compiere “tutto il male possibile”: inizia dunque a compiere furti, a maledire persone in punto di morte e...ascoltare metal!! Conosce così il giovane metallaro José María (interpretato magistralmente da Santiago Segura, che diventerà poi famoso con la trilogia del poliziotto lercio Torrente) che lo aiuta nella sua missione.
El día de la Bestia, che vinse 5 premi Goya, permise ad Álex de la Iglesia di consacrarsi come regista e allo stesso tempo inserì nel circuito commerciale la “commedia satanica”, che fino ad allora circolava solo nella sub-cultura. Il film non ha momenti di stagnazione, l'azione è pressoché ininterrotta e risulta veramente godibilissimo. La colonna sonora comprende canzoni composte a proposito da alcuni fra i gruppi rock storici spagnoli (Def con Dos, Extremoduro, Negu Gorriak, Eskorbuto).
Una piccola curiosità, alcuni personaggi secondari sono interpretati da noti attori italiani: in particolare Maria Grazia Cucinotta in versione biondona, che dimostra le sue poche doti attoriali.
In definitiva, El día de la Bestia, nonostante non sia un capolavoro, è senz'altro un film che mi sento di consigliare per passare un'ora e 40 minuti di divertimento leggero all'insegna dell'humor nero. Buona visione!












lunedì 18 marzo 2013

LEGGENDONE: Soffocare

Oggi vi voglio parlare di un altro romanzo di Chuck Palahniuk del 2001 dal titolo ‘Soffocare’.
Se stai per leggere evita. Tra un paio di pagine vorrai essere da un'altra parte. Perciò lascia perdere. Vattene. Sparisci finché sei ancora intero. Salvati.

L'inizio di Soffocare spiazza il lettore, annunciando dalla viva voce del protagonista, Victor Mancini, che quella che si sta per leggere è la storia di uno sfigato immerso in un mondo di sfigati. Victor, figlio di un’anarchica attivista ed ex prostituta finita più volte in prigione a causa dei suoi ripetuti quanto fantasiosi attentati al sistema, trascorre la sua infanzia tra diverse famiglie adottive (aspettando ogni volta un nuovo rapimento da parte della madre che lo porta con sé su e giù per tutti gli USA), per poi abbandonare gli studi di medicina, diventare sesso dipendente (frequenta infatti un centro di disintossicazione per persone che sperano di liberarsi in dodici fasi dal sesso compulsivo) e trovare un lavoro di pura sopravvivenza nella ricostruzione per turisti di un villaggio irlandese del 1734, una comunità di Padri Pellegrini.
Non sapendo quasi niente del suo passato, Victor deve barcamenarsi come può nel presente. Ogni giorno, per pagare le costose spese cliniche della madre, si inventa un infame quanto geniale escamotage: dopo aver scelto con cura un nuovo ristorante sull’elenco telefonico si siede a tavola, ordina da mangiare e inscena platealmente un soffocamento da cibo fino all’intervento provvidenziale di un salvatore: “Soffocando, diventi una leggenda che queste persone alimenteranno e ripeteranno fino alla fine dei loro giorni. Crederanno di averti dato la vita”.
Ogni giorno, Victor trova dunque un eroe sconosciuto, un padre adottivo, che continuerà a prendersi cura di lui per lungo tempo con assegni e biglietti d’auguri da ogni parte del mondo in occasione dell’anniversario del soffocamento. Dopo anni di questa attività Victor si trova a ricevere quasi quotidianamente un gruzzolo da persone di cui ormai non ricorda nulla, ma che gli sono grate per aver dato un senso alle loro vite: “[...]A fingerti debole acquisisci potere. E al tempo stesso fai sentire le persone più forti. Lasciandoti salvare, tu salvi loro”. Come già detto, il denaro gli serve a pagare la degenza della madre, colpita dall’Alzheimer, in una clinica piena di gente fuori di senno. Piena di matti e di infermiere arrapanti. Il tutto viene narrato tra flashback verso l’infanzia e l’adolescenza, tra la sua confusione mentale ed esistenziale (odia la madre ma vorrebbe salvarla; si arrabbia col mondo e lo combatte pensando di compiere azioni che Gesù Cristo non farebbe mai, ma poi addirittura comincia a credere di essere la sua reincarnazione) e col filo costante della narrazione delle sue avventure sessuali (esilarante la parte del romanzo in cui Victor ricorda i suoi rapporti con partner occasionali in aereo). L’eccezione è costituita dall’ “enigmatica” dottoressa Paige Marshall, dell’istituto in cui è in cura la madre, donna della quale Victor sente di essersi innamorato ma con la quale, paradossalmente, non riesce a fare sesso (“Vuoi sapere il vero motivo per cui non ti scopo?[...]La verità è che forse vorrei solo volerti bene”). Vi sono poi i consigli dell'amico Denny, che porta ulteriore pazzia nella sua vita e nella sua casa.

Con un linguaggio aggressivo e senza peli sulla lingua Palahniuk descrive un mondo che tutti conosciamo bene, fatto di moralismo e segrete dipendenze, un mondo dove è facile perdersi e difficile ritrovarsi. Anche se a tratti lo fa ironicamente, Palahniuk evidenzia come l’uomo avverta in sé il bisogno di essere utile agli altri e di essere amato. “Viviamo nell’affanno di sentirci utili. Vogliamo che la nostra vita abbia un senso. Ma qual è il senso della vita? Il problema dell’umanità è che le cose che facciamo sembrano non essere mai accadute. Durano un attimo, una frazione di secondo su una eterna linea di tempo. Sembrano esistere, quindi, solo nel ricordo. E il ricordo, giorno dopo giorno, diviene sempre più sfocato.
 Soffocare è un libro divertente e ironico ma al tempo stesso cupo e tragico, imprevedibile e dal finale inimmaginabile. Un libro dotato di grande appeal, fantasioso e strano abbastanza da farsi, pagina dopo pagina, ammaliante. Con la voce di Victor, il grande Chuck Palahniuk traccia un affresco crudo, abrasivo, dissacrante e divertente della nostra società e lancia un insegnamento: "possiamo passare la vita a farci dire dal mondo cosa siamo. Sani di mente o pazzi. Stinchi di santo o sessodipendenti [...] a lasciare che sia il passato a decidere il nostro futuro. Oppure possiamo scegliere da noi."
 Un consiglio: dopo aver letto il libro guardatevi il film! Uscito nel 2008, Soffocare, (Choke) scritto e diretto da Clark Gregg, arriva nelle sale italiane il 13 maggio 2009. Naturalmente il libro è molto più dettagliato e avvincente, ricco di sfumature che portano l’immaginazione del lettore oltre ogni limite, ma, contrariamente a molti altri film tratti da libri, la versione cinematografica resta totalmente fedele alle vicende raccontate dallo scrittore, senza amplificarle o esagerale solo per il semplice gusto di sorprendere. Ottima anche la caratterizzazione dei personaggi. Insomma, un film che vale la pena guardare.


giovedì 14 marzo 2013

L'OROSCOPO DI MARZO




Ariete: il cielo vi invita a essere pazienti ma non per questo passivi; è il momento buono per iniziare a preparare il campo a nuovi progetti. Sono favoriti anche i cambiamenti radicali per andare incontro al futuro che desiderate. L’amore è in segno positivo: le coppie in crisi supereranno le difficoltà e potrebbero anche decidere di far crescere il rapporto con un matrimonio o una convivenza. Piacevoli incontri a metà marzo per chi è sigle; qualcuno potrebbe essere tentato di portare avanti due storie parallele.

Toro: questo mese recupererete l’ottimismo e vi sentirete carichi di energie. Nel lavoro vi attendono novità soprattutto legate a incontri e nuove conoscenze; se siete alla ricerca di un’occupazione i suggerimenti di un amico potrebbero rivelarsi preziosi. Chi studia avrà più concentrazione e motivazione. L’amore vivrà ancora un periodo di verifica che potrebbe portare anche a una separazione. Nascono amori e amicizie; vi sentirete sognatori.

Gemelli: vi sentite inquieti e scontenti, non è il momento giusto per prendere decisioni importanti. Se è possibile rimandatele. Anche sul lavoro potrebbero esserci delle tensioni ma non siate tentati dai cambiamenti, i mesi primaverili vi porteranno un periodo più gratificante. C’è agitazione anche nella sfera affettiva per cui molte coppie potrebbero decidere di dividersi o trovare conforto in storie parallele. I single sono un po’ diffidenti e si concederanno solamente flirt poco convinti.

Cancro: dopo un periodo non molto felice la situazione inizia a migliorare. Tranquillità sul lavoro; se saprete dare un freno al nervosismo supererete le difficoltà che potrebbero presentarsi grazie alla vostra creatività. E’ possibile che iniziate a valutare anche la proposta di un trasferimento all’estero. Non siate pigri è il momento di fare scelte importanti. Se il vostro rapporto è in crisi è un ottimo periodo per riappacificarsi. Per i single che sapranno aprire il cuore ci saranno incontri emozionanti, ma attenzione anche a i vecchi amori che potrebbero riaffacciarsi nella vostra vita.

Leone: inquieti e grintosi covate ancora un sentimento di rivalsa. Questo mese potrebbe stupirvi con cambi radicali e improvvisi. Nuove opportunità o soluzioni, ma evitate comunque sull’onda dell’entusiasmo di fare affari o investimenti azzardati. Affidatevi piuttosto ai consigli di persone esperte e fidate. In amore molti si sentono come in gabbia; per uscire da questa situazione fate chiarezza dentro di voi. Capire i vostri stessi sentimenti e aspettative vi sarà di grande aiuto. 

Vergine: alti e bassi renderanno questo mese un po’ faticoso. Dovrete fare affidamento sulla vostra pazienza, specie sul lavoro dove non mancheranno ostacoli e delusioni. Potrete comunque contare su un ottimo rapporto con i colleghi. In generale ponetevi pochi obbiettivi e a fine mese potreste già avere novità incoraggianti. La stanchezza sul lavoro si ripercuote anche nella vita affettiva: le relazioni stabili soffrono un po’ dell’abitudine e anche i rapporti nati da poco non sono favoriti.

Bilancia: la parola d’ordine è organizzare. Valutate le iniziative che avete già avviato, potrebbero avere bisogno di qualche aggiustatina per rendere al massimo. La seconda parte del mese vi vede un po’ insofferenti soprattutto per chi ha a che fare con la burocrazia. Potreste decidere anche di cambiare totalmente lavoro o collaborazioni. Le coppie sono un po’ stanche della routine; meglio affrontare i problemi in situazioni tranquille per non rischiare di ingigantire le incompatibilità.

Scorpione: svolta in positivo questo mese. Lavoro e finanze si riprenderanno e ci saranno maggiori opportunità. Chi ha un’attività autonoma sarà più creativo e propositivo grazie al ritrovato ottimismo. Il vostro fiuto per gli affari potrebbe portarvi a geniali intuizioni, approfittatene. I sigle che desiderano rimettersi in gioco faranno incontri importanti. Siete tentati dal fare paragoni tra storie vecchie e nuove, questo potrebbe ripercuotersi sul vostro rapporto. Cercate di andare oltre se desiderate una riconciliazione. Un buon momento per chi cerca un figlio o pensa a una convivenza.

Sagittario: un mese un po’ “bloccato”, cercate di non essere impulsivi e di non fare passi falsi. Siete insoddisfatti perché vi rendete conto di meritare di più ma autocommiserazione e rabbia non faranno cambiare la realtà delle cose. Non è un buon momento per tentare la fortuna; vi consiglio una buona dose di diffidenza. Evitate gli scontri diretti con i colleghi e puntate a dare il massimo nel vostro ruolo. Qualche litigio nelle coppie stabili sarà tollerato, diverso il discorso per le storie nate da poco: il clima infuocato potrebbe portarvi a tradire il partner.

Capricorno: possibili buone notizie sul lavoro, ma l’insofferenza di questo mese potrebbe portarvi a fare scelte radicali nonostante non amiate i cambiamenti. Si chiudono vecchie collaborazioni a favore di nuove. Ottime chance anche per chi è in cerca di una nuova occupazione.
In amore fate chiarezza e aprite il cuore agli amici che sapranno darvi degli ottimi consigli. Possibili attriti con ex o parenti. Anche le unioni che ora traballano subiranno verifiche nei mesi successivi. Per i sigle è un ottimo periodo per fare nuovi incontri.

Acquario: vi attende un mese vivace da molti punti di vista; sul piano lavorativo vi sentite stimolati. Non sottovalutate gli incontri che farete, potrebbero rivelarsi importanti per un progetto futuro. I giovani saranno tentati da un trasferimento: il consiglio è quello di rimanere sempre con i piedi per terra e fare un passo alla volta. Le coppie vivono un periodo di tranquillità. Le storie in crisi potranno approfittare di questo periodo per chiarirsi. I sigle vivranno avventure piacevoli ma attenzione, cupido trama dietro l’angolo!

Pesci: è tempo di rinnovarsi e di crescere. Economicamente siete ancora un po’ in crisi e questo non vi permette di fare grossi progetti, ma se terrete duro le occasioni per rimettervi in pista non mancheranno, seminate con fiducia. Anche la sfera affettiva vi vede più maturi: le coppie che si sono scontrate nei mesi scorsi ritroveranno serenità e anche chi vive una relazione disimpegnata si sentirà pronto a prendere decisioni responsabili. Se siete single e innamorati è un buon momento per dichiarare i vostri sentimenti.



martedì 12 marzo 2013

Babele: Arrexini - Portale di informazione dai territori in movimento







Il 27 febbraio 2013 ha fatto il suo esordio nel vasto panorama dell’informazione sarda on-line un nuovo portale: “Arrexini. Portale d’informazione dei territori in   movimento”(www.arrexini.info). Il portale è stato pensato e costruito sia per offrire quotidianamente le notizie principali provenienti dalla società e dai territori della Sardegna, sia per contenere una serie d’interventi di natura più strettamente culturale. Accanto alla sezione dedicata alle news, dunque, abbiamo altre cinque sezioni:
-La categoria “Territori”, in cui si darà voce e spazio ai soggetti e gruppi che giornalmente sono colpiti dai processi economici e politici che investono la società e il territorio sardo;
-La categoria “Identità”, con cui s’intende, invece, realizzare una serie di interventi incentrati sulla storia, la lingua e il patrimonio archeologico sardo;
-La categoria “Tifo e Dintorni”, una rubrica dedicata al mondo del tifo inteso come fenomeno sociale, culturale e sub-culturale;
-La categoria “Suoni e visioni”, che sarà invece la rubrica dedicata al cinema, alla letteratura, alla musica e al teatro, con particolare attenzione al mondo della produzione artistica isolana;
-La categoria “Focus”, che raccoglierà approfondimenti di varia natura creati direttamente dalla redazione o provenienti dalla rete.
Le prima pagina del portale, inoltre, ospiterà anche una colonna media che comprende video, foto, file audio e vignette.

Concludiamo augurandovi una buona lettura alla scoperta di questo nuovo portale d’informazione sarda.


giovedì 7 marzo 2013

24effepiesse: L'Arcano Incantatore


Pupi Avati non è solo un regista di commedie, ma anche di grottesco, horror, noir, thriller. Ha scritto e diretto alcuni film che ormai sono entrati nel mito; film di culto per tutti i fruitori dell'horror in generale. Tutti conosciamo “La Casa dalle Finestre che Ridono”, vero marchio di fabbrica di quel modo di trattare la paura da un punto di vista bucolico e provinciale, più terrificante di un qualsiasi scenario urbano e caotico. Il versante “horror” di Avati porta con sé una paura strisciante: la costante impressione che si celi qualcosa nel buio, vicino a te, forse addirittura dentro di te. Avati riesce a rendere questa sensazione realistica, imprimendola sulla pellicola.
Nel corso della sua carriera ha diretto e scritto vere e proprie gemme preziose ma, a parte il succitato successo, non è mai uscito dalla penombra dell'horror italiano seventies, pur avendo diretto film del calibro di “Zeder”, “Il nascondiglio”, o i primi grotesque “Balsamus, l'uomo di Satana” e “Thomas e gli Indemoniati”. Registi quali Argento, Bava o Fulci hanno avuto un successo maggiore, a volte meritatamente e, a mio modesto parere, altre volte no.
Di recente, mentre mi aggiornavo riguardo ad alcune filmografie dei miei registi preferiti, mi sono resa conto (grazie a Wikipedia eh eh) di avere una lacuna enorme in quella del buon Avati! Questa mancanza prende il nome de “L'arcano Incantatore”.
Il film è uscito nel 1996 e in tutti questi anni mi è clamorosamente sfuggito, capita! Ma forse è stato meglio così; guardarlo da adulta e con un certo tipo di istruzione alle spalle mi ha permesso di apprezzarne tutte le sfumature, anche quelle più nascoste. Infatti il film è presentato come un horror esoterico, e lo è davvero! Ci sono tanti di quei simboli e richiami arcani/enigmatici/oscuri nelle scenografie e nella trama da poterci scrivere un intero libro sopra. Ma è anche un film con un forte sapore di periferia, di campagna, di isolato. La nebbia del mattino, albe sconfinate, paesaggi mozzafiato e, sullo sfondo, il provincialismo e l'ignoranza astrusa dei paesani che ingigantiscono dicerie a partire dal comunissimo “ho sentito che...” creando così l'intera suspance, facendo rincorre le voci, mescolando ciò che realmente si vede e ciò che è accennato.
Il protagonista è Giacomo Vigetti, un seminarista cacciato da Bologna per aver messo incinta una giovane ragazza, poi costretta dallo stesso ad abortire. A questo punto Giacomo cerca un posto dove rifugiarsi e viene indirizzato verso una sinistra villa. Qui incontra una donna che si nasconde dietro un dipinto e di cui non vedrà mai il volto; con lei stipula un patto di sangue che lo porta al servizio, come segretario, di un ex monsignore allontanato dalla Chiesa perché occultista, chiamato “arcano incantatore”.
Parte così una escalation di avvenimenti che portano Giacomo su un terreno terrificante, misterioso e affascinante. Non vi svelo altro riguardo alla trama perché è un film tutto da scoprire: un viaggio iniziatico che ognuno deve compiere da sé.
In realtà quest'opera, della quale fino a ora ho esaltato solo gli aspetti positivi, non è priva di difetti. Innanzitutto la trama a volte è veramente troppo contorta ed ermetica: in alcuni punti, se non si ha dimestichezza con l'argomento, è parecchio difficile da seguire. Inoltre, a parte la bravura di Stefano Dionisi (Giacomo Vigetti) e Carlo Cecchi (l’arcano incantatore), gli altri attori, pur essendo comprimari, non risultano essere all'altezza dei due protagonisti. Tuttavia, questi difetti non offuscano minimamente la bellezza del film: la sua forza è nella tensione, figlia di quel buon cinema che ti fa cagare nelle mutande senza mostrare troppo, nella sospensione del reale e nel dubbio.
Chiaramente, vi consiglio di guardarlo perché è un ottimo film, che dopo 17 anni dall'uscita ha ancora molto da dire.
Buona visione!






lunedì 4 marzo 2013

UOLCMEN: BOGHES DE BAGAMUNDOS - "Percorrendo i lati di di un cerchio"



Se dovessi fare una sintesi estrema dell'ultimo disco dei Boghes de Bagamundos direi: ritmiche coinvolgenti e melodie orecchiabili. Ma così facendo tralascerei un sacco di altre cose che rendono questo disco un lavoro estremamente interessante.
I Boghes de Bagamundos sono un gruppo ormai storico del panorama della musica indipendente del sud Sardegna. Nati nel 1999 arrivano, dopo diversi anni di carriera alle spalle, alcuni EP e dischi completi, vari cambi di formazione, collaborazioni e sperimentazioni, fino alla pubblicazione online di “Percorrendo i lati di un cerchio”, ascoltabile a questo indirizzo.
La formazione attuale della band comprende il cantante e bassista Claudio Kalb, Simone Milia alle chitarre e al banjo, Marco Cabras alle chitarre, Max Viani al violino e Roberto Matzuzzi alla batteria, ma il disco recentemente pubblicato ha visto la collaborazione di diversi altri musicisti.
Ascoltando il disco si respira amore per due terre: la Sardegna e l'Irlanda. La passione per gruppi storici come Pogues o Dublin City Ramblers (tanto per citare i più famosi rappresentanti del post-folk celtico) strizza l'occhio agli italiani Modena City Ramblers e Ratti della Sabina, a cui si unisce la carica e l'attitudine punk dei Dropkick Murphys, creando delle melodie alle quali è difficile resistere.
Gli 11 pezzi che compongono l'album sono decisamente ben suonati: tutti i musicisti sanno maneggiare gli ‘arnesi’ che si trovano fra le mani e il risultato si sente eccome (ascoltare per credere la strumentale “Simon's Jig”). I testi delle canzoni (principalmente in italiano, ma non solo: a metà tracklist troviamo “Poesia”, interamente in sardo) trattano varie tematiche: dalle più leggere avventure e disavventure di personaggi di vario tipo (“Il ballo dell'uomo di città”, “Allegra ciurma”) fino ad argomenti meno spensierati intrecciati di critica sociale come in “Orgoglio Manifesto” o “Le vie del cammino nuovo”. In apertura c'è poi una dichiarazione d'amore/odio al mezzo di locomozione del gruppo: un furgoncino del 1995, croce e delizia della band, che li ha accompagnati per tanti anni nelle loro numerose trasferte musicali.
Personalmente ho trovato “Percorrendo i lati di un cerchio” piacevole all'ascolto, nonostante, a mio parere, la band non abbia sul disco la stessa carica che ha invece sul palco. Una pecca dovuta forse al genere musicale, che si presta ovviamente a epocali bevute di birra e danze sfrenate (cosa che potrei anche fare qui e ora, in camera mia, ma forse è meglio di no).
In chiusura vorrei segnalare che fino al 9 marzo al Bodie Art, in via S. Giovanni a Cagliari, è possibile visitare la mostra “Fotografando i lati di un cerchio” del fotografo Pierpaolo Arru, inaugurata in concomitanza con la presentazione del disco.






venerdì 1 marzo 2013

UOLCMEN: "Il Testamento" recensione in anteprima dell'album di Appino


 “Che il lupo cattivo vegli su di te” mi aveva lasciato veramente un buon sapore in bocca. L’autore l’ha definita una ninna nanna al contrario, dove il lupo cattivo veglia sui bambini mentre il vero mostro è la città con tutti i suoi abitanti. E in questo brano, uscito come singolo il 18 febbraio, c’era qualcosa di nuovo rispetto agli Zen Circus che mi affascinava: oltre una base certamente più rock, il testo era meno ironico e più personale, avevo forse fin troppa curiosità di ascoltare il disco.


Ma ora, svanito il dolce sono rimasto con qualcosa di più amaro in bocca. Il Testamento, per chi fosse indietro coi tempi, è il primo album da solista di Andrea Appino, cantante e frontman degli Zen Circus , registrato con Giulio Favero (Basso) e Franz Valente (Batteria) del Teatro degli Orrori, Rodrigo D'Erasmo (violinista degli Afterhours) e con la collaborazione del gruppo Pisano Gatti Mézzi. Potete ascoltarlo in streaming esclusivo su Rockit:
http://www.rockit.it/appino/album/il-testamento/20607 
fino a lunedì 4 marzo e farvi anche voi un'idea prima di comprarlo. L’uscita ufficiale è prevista infatti il 5 Marzo, il 4 a Firenze.
Sarà che dopo due anni di scrittura e 42 giorni di studio mi aspettavo qualcosa di più. Ok, non sono un esperto e la mia è un opinione personale derivante da un ascolto forse ancora non sufficiente, i testi sono sicuramente tra i migliori mai scritti da Appino, ma più andavo avanti nelle tracce più la mia attenzione scemava verso altri orizzonti. E quando questo accade rimango sempre molto perplesso. Non lo boccio pienamente, sia chiaro. Anzi. Il testamento, Passaporto, La festa della liberazione (forse la migliore) e il già citato singolo, hanno un qualcosa in più che fino a metà disco riescono a farmi capire cosa il cantante andasse cercando da questa nuova avventura. La voglia di liberare le proprie emozioni, i propri dolori, l’inclinazione verso un cantautorato che forse con il Circo Zen non può fare.
Il problema è che nella seconda parte del disco mi perdo: molte canzoni non riescono a dirmi nulla, per quanto i temi affrontati siano apprezzabili e significativi, e la base musicale sia di discreta qualità. Credo che il problema stia più che altro in una errata sistemazione della tracklist, e forse in qualche sperimentazione di troppo, fuori misura per un unico cd.

Separandoci un attimo dall’ambito musicale è però da apprezzare il velato riferimento a Mario Monicelli, in 2 delle 14 canzoni presenti sul disco (l’ho letto, e poi ci sono arrivato). La title-track vuole ricordare a modo suo il suicidio del regista, morto gettandosi dal quinto piano dell'Ospedale in cui era ricoverato, e gli avvenimenti che seguirono il suo decesso. “Solo gli stronzi muoiono”, traccia num. 9, fu la risposta che il regista diede in una famosa intervista all’età di 91 anni, alla domanda: “Hai paura di morire?” (http://www.youtube.com/watch?v=8Z1sWeXMRCM).
Tornando alla musica e per concludere, il tour di promozione (che vedrà la partecipazione di Enzo Moretto per i cori e la chitarra) partirà il 29 Marzo 2013. La mia speranza è che, allora, superata la fase “primo ascolto”, non debba andarmene via a metà concerto.