venerdì 1 marzo 2013

UOLCMEN: "Il Testamento" recensione in anteprima dell'album di Appino


 “Che il lupo cattivo vegli su di te” mi aveva lasciato veramente un buon sapore in bocca. L’autore l’ha definita una ninna nanna al contrario, dove il lupo cattivo veglia sui bambini mentre il vero mostro è la città con tutti i suoi abitanti. E in questo brano, uscito come singolo il 18 febbraio, c’era qualcosa di nuovo rispetto agli Zen Circus che mi affascinava: oltre una base certamente più rock, il testo era meno ironico e più personale, avevo forse fin troppa curiosità di ascoltare il disco.


Ma ora, svanito il dolce sono rimasto con qualcosa di più amaro in bocca. Il Testamento, per chi fosse indietro coi tempi, è il primo album da solista di Andrea Appino, cantante e frontman degli Zen Circus , registrato con Giulio Favero (Basso) e Franz Valente (Batteria) del Teatro degli Orrori, Rodrigo D'Erasmo (violinista degli Afterhours) e con la collaborazione del gruppo Pisano Gatti Mézzi. Potete ascoltarlo in streaming esclusivo su Rockit:
http://www.rockit.it/appino/album/il-testamento/20607 
fino a lunedì 4 marzo e farvi anche voi un'idea prima di comprarlo. L’uscita ufficiale è prevista infatti il 5 Marzo, il 4 a Firenze.
Sarà che dopo due anni di scrittura e 42 giorni di studio mi aspettavo qualcosa di più. Ok, non sono un esperto e la mia è un opinione personale derivante da un ascolto forse ancora non sufficiente, i testi sono sicuramente tra i migliori mai scritti da Appino, ma più andavo avanti nelle tracce più la mia attenzione scemava verso altri orizzonti. E quando questo accade rimango sempre molto perplesso. Non lo boccio pienamente, sia chiaro. Anzi. Il testamento, Passaporto, La festa della liberazione (forse la migliore) e il già citato singolo, hanno un qualcosa in più che fino a metà disco riescono a farmi capire cosa il cantante andasse cercando da questa nuova avventura. La voglia di liberare le proprie emozioni, i propri dolori, l’inclinazione verso un cantautorato che forse con il Circo Zen non può fare.
Il problema è che nella seconda parte del disco mi perdo: molte canzoni non riescono a dirmi nulla, per quanto i temi affrontati siano apprezzabili e significativi, e la base musicale sia di discreta qualità. Credo che il problema stia più che altro in una errata sistemazione della tracklist, e forse in qualche sperimentazione di troppo, fuori misura per un unico cd.

Separandoci un attimo dall’ambito musicale è però da apprezzare il velato riferimento a Mario Monicelli, in 2 delle 14 canzoni presenti sul disco (l’ho letto, e poi ci sono arrivato). La title-track vuole ricordare a modo suo il suicidio del regista, morto gettandosi dal quinto piano dell'Ospedale in cui era ricoverato, e gli avvenimenti che seguirono il suo decesso. “Solo gli stronzi muoiono”, traccia num. 9, fu la risposta che il regista diede in una famosa intervista all’età di 91 anni, alla domanda: “Hai paura di morire?” (http://www.youtube.com/watch?v=8Z1sWeXMRCM).
Tornando alla musica e per concludere, il tour di promozione (che vedrà la partecipazione di Enzo Moretto per i cori e la chitarra) partirà il 29 Marzo 2013. La mia speranza è che, allora, superata la fase “primo ascolto”, non debba andarmene via a metà concerto.







3 commenti:

Camilla Fois ha detto...

Guarda l'articolo è anche scritto bene, ma a me 'sto Appino proprio non mi piace... massima durata dell'ascolto: mezza canzone!
:D

Anonimo ha detto...

Boh, non conosco bene gli Zen Circus...li ho visti una volta live e non mi son dispiaciuti...ma questo disco è un po' palloso..

Unknown ha detto...

Io gli Zen li ho visti 3 volte, e Live sembrano quasi un altro gruppo.. Magari dal vivo riesce a fare un miracolo anche con questo cd, chi lo sa!