venerdì 14 febbraio 2014

BABELE: Radio Ucamara e la Scuola Ikuari

Conosco Nauta (vedi http://kenemeri.blogspot.it/2012/05/altrove-peru-parte-2-il-dettaglio.html) e la sua realtà da due anni e mezzo. Ci sono arrivato per prima volta nel luglio del 2011 guidato da un amico che voleva che conoscessi il lavoro di Radio Ucamara, il principale canale comunicativo attraverso cui si contribuiva al processo di rivitalizzazione della cultura Kukama-Kukamiria.

Il programma “Kukama Ukatuki” (“i Kukama appaiono”) è stato solo uno dei passi che si son compiuti per rafforzare questo cammino; è stato il primo (e forse più difficile) scalino che bisognava affrontare per restituire a questa cultura il posto che merita, renderla nuovamente visibile dopo quel processo che, dalla seconda metà dell'800 e fino ai giorni nostri, aveva portato a considerare l'appartenere al popolo kukama come una condanna, qualcosa di cui ci si doveva vergognare. Grazie a Radio Ucamara si è iniziato a spezzare quella catena di disprezzo e i kukama hanno iniziato ad affermare finalmente che ESISTONO.
Dall'inizio del programma si sono susseguite molte attività proposte e portate avanti dall'equipe della radio. Fra queste, circa due anni fa, c'è stata la creazione della scuola Ikuari. In questa scuola, per far fronte alla mancanza di insegnanti bilingui interculturali, i parlanti della lingua kukama di Nauta hanno iniziato a dare lezioni a tutti gli alunni che volessero imparare la propria lingua originaria. Bambini, adolescenti e adulti hanno iniziato a frequentare le lezioni, scoprendo ciò che significa riappropriarsi di qualcosa che è tuo, ma non materialmente: è qualcosa che ti appartiene interiormente, nelle viscere. I maestri sono in gran parte anziani che son cresciuti utilizzando come lingua madre il kukama e che, adesso, condividono la loro conoscenza e saggezza con le generazioni più giovani.
La scuola ha ottenuto molti risultati ed è stato anche il ventre in cui è nato il successo di “Kumbarikira” , un video musicale di rivendicazione dell'uso della lingua kukama che, dalla sua pubblicazione nel luglio 2013 ha avuto numerosissime visualizzazioni non soltanto in Amazzonia, ma anche a livello nazionale e internazionale. Alcuni fra i più importanti programmi della televisione peruviana si son recati a Nauta per intervistare i protagonisti di questo successo, dietro cui si cela il duro lavoro della scuola Ikuari. Durante le lezioni di lingua kukama, infatti, è stato composto il testo della canzone e la sceneggiatura del video.
Ma l'esperienza della scuola Ikuari, nel mese di ottobre, è giunta a un punto (che si spera sia solo temporaneamente) finale. Le scarse risorse economiche che avevano permesso il finanziamento del programma di insegnamento, e in particolare i rimborsi per i maestri, non ci sono più e, dopo alcuni mesi in cui si è cercato di tirare avanti senza mezzi economici, la scuola ha (per il momento) chiuso i battenti e terminato la sua attività.
Per potersi dedicare all'insegnamento gli anziani avevano dovuto lasciare alcune delle loro attività quotidiane: c'è bisogno di tempo per la preparazione delle lezioni, e ciò comporta togliere ore al lavoro nei campi, alla pesca, a tutte quelle attività che fanno sì che ci sia di che sfamare la famiglia.
Tuttavia, è altrettanto chiaro che il prezzo che si pagherà con la chiusura della scuola sarà ancora più alto dell'umile compenso che i maestri ricevevano: la sparizione della lingua. Se non ci sono parlanti, gente che possiede le conoscenze adeguate per poter insegnare ai giovani, nel giro di pochissimo tempo il kukama non esisterà più. Ne rimarrà solo il ricordo.
Come si possono tenere in considerazione queste due esigenze così importanti? Per una persona che vede la situazione dall'esterno è difficile proporre una scala di priorità: entrambe sembrano fondamentali. La soluzione più giusta sarebbe quella di trovare un'Istituzione in grado di appoggiare economicamente la scuola e il problema sarebbe risolto. Ma spesso le istituzioni, chi per scarso interesse, chi per altrettanta mancanza di mezzi, non si occupano di queste faccende.
La risposta potrebbe trovarsi allora nelle stesse tradizioni delle comunità indigene: il lavoro comunitario, le mingas, la reciprocità. Si potrebbe ricompensare il lavoro di insegnamento non con un rimborso economico ma facendo sì che gli alunni e le loro famiglie aiutino i maestri nei loro lavori quotidiani. Si potrebbero addirittura organizzare delle lezioni da svolgersi direttamente nei campi, riportando il kukama ad essere la lingua della quotidianità.
Spero di cuore che questa interruzione dell'attività della Scuola Ikuari duri poco, che si possa riprendere presto con le lezioni e che si possa ritornare a insegnare ai Kukama la propria lingua, perché è necessario che ciò si faccia ORA. Non si può più aspettare ed è fondamentale che siano gli stessi kukama a prendere nelle proprie mani il destino della loro cultura.


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