venerdì 28 febbraio 2014

BABELE: Tradizioni popolari. La Sartiglia.

Iniziamo questa nuova rubrica legata al blog con la storia e la descrizione di una delle tradizioni più importanti e sentite in Sardegna, particolarmente a Oristano: il Carnevale della Sartiglia.

La Sartiglia è una corsa all’anello di origine medievale che si svolge tra la domenica e il martedì di Carnevale. Il nome prende origine dal castigliano Sartija che, a sua volta, ha origine dal latino Sarticola, anello, diminutivo di sors, fortuna. Come il nome lascia intendere, attraverso tale festa gli antichi intendevano garantirsi la fertilità della terra e l’abbondanza della terra.
I primi documenti che ci parlano dell’evento risalgono al quattrocento, quando il territorio sardo era sotto la dominazione catalana e Oristano venne nominata Città Regia (1478). Tra le prerogative di una città Regia vi era quella di poter costituire i Gremi, corporazioni di mestiere regolamentate secondo le regole delle corporazioni barcellonesi. A Oristano i Gremi sopravvissuti sono quello dei Contadini, sotto la protezione di San Giovanni Battista, che organizza la Sartiglia della domenica, e quello dei Falegnami, sotto la protezione di San Giuseppe, che invece si occupa della giornata di martedì.
Il nome “Gremio” deriva dal fatto che l’associazione fosse posta sotto la protezione di uno o più santi, ovvero “in grembo”.
La figura principale della Sartiglia è su Componidori. Esso rappresenta per tutti un simbolo di purezza e fertilità. Is Componidoris sono in realtà due: uno che rappresenta il Gremio dei Contadini la domenica, e uno per il Gremio dei Falegnami il martedì. Si stabilisce chi dovrà interpretare la figura de Su Componidori durante la giornata de la Candelora, il due febbraio, in cui vi è la consegna, da parte dei cavalieri, di un cero luminoso ai prescelti.
Il momento più solenne è sicuramente quello della Vestizione, che avviene nella mattinata della corsa. La persona che dovrà assolvere il ruolo de Su Componidori si presenta nella sala dove avverrà la Vestizione e successivamente sale sopra un tavolo posto al centro della sala, sa Mesita, accompagnato dal suono delle Launeddas.

Sono le Massaieddas, giovani ragazze vestite con l’antico costume tradizionale oristanese, insieme a sa Massaia Manna, donna più esperta che le guida, a mettere gli abiti a su Componidori. “I vestiti sono composti da dei pantaloni di pelle, una candida camicia e un coietto, una giacca di pelle che si allunga come un gonnellino davanti, simile al tipico abito da lavoro degli artigiani, un capo di velo ricamato in testa unitamente ad un cilindro e infine la maschera”1. Il colore e la forma della maschera segnano la differenza principale tra su Componidori del Gremio dei Contadini e quello dei Falegnami. Infatti, il primo indossa una maschera color terra mentre il secondo indossa una maschera color cera. Al termine della Vestizione, su Componidori dovrà salire a cavallo, senza però toccare il suolo, al fine di conservare la necessaria purezza; per far ciò, un artiere accompagnerà il cavallo sino al tavolo dove è avvenuta la vestizione del cavaliere.
Successivamente su Componidori sarà colui che guiderà la corsa: a lui toccherà il ruolo di benedire tutti con sa pippia de maiu, un doppio mazzo di viole mammole e poi, dopo aver aperto ufficialmente la corsa con un triplice incrocio di spade con il suo Secondo, proverà per primo a cogliere la stella, scegliendo successivamente chi dovrà sfidare la sorte.
La manifestazione si conclude con la Svestizione: nuovamente facendo attenzione a non mettere i piedi per terra, su Componidori sale sopra sa Mesita. Al contrario della Vestizione, che è un rito molto intimo, la Svestizione è invece aperto a molte persone.
Le due manifestazioni principali della Sartiglia sono la corsa alla Stella e la Pariglia. La prima consiste nella prova, da parte di tutti i 120 cavalieri partecipanti, di infilzare una stella a otto punte appesa a un nastro di raso verde al termine di un percorso che i cavalieri devono compiere, partendo da Via Duomo sino al piazzale antistante la chiesa di San Mauro, superando la chiesa di Sant’Antonio e la chiesetta dello Spirito Santo.
La seconda manifestazione è invece lo spettacolare numero delle pariglie. In questo caso, i cavalieri uscendo al galoppo dal portico che si apre all’inizio di Via Mazzini, si esibiscono in acrobazie spettacolari in groppa ai propri destrieri. È in questo momento che si mettono maggiormente in luce il coraggio, la destrezza, l’affiatamento con i propri compagni e con il proprio cavallo. Una giuria valuta le esibizioni proposte e concede la possibilità di partecipare all’edizione successiva della Sartiglia. Inizialmente le corse a pariglia non facevano parte della Giostra ma furono introdotte quando iniziò a partecipare alla festa anche la popolazione non nobile della città. Emblematico, a questo proposito, anche il fatto che si corra su un percorso situato all’esterno delle mura giudicali, un tempo acquitrinoso, e quindi più popolare.

Dopo le cerimonie ufficiali della Sartiglia, inizia il momento più divertente, quello del Banchetto, in cui le persone si ritrovano nelle stalle a bere e a festeggiare il carnevale.

(fonte: http://www.sartiglia.info/la-sartiglia/i-protagonisti/su-componidori )


 

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