mercoledì 16 maggio 2012

BABELE: SIAE: ignoranza e luoghi comuni


Non sei iscritto alla SIAE? E come li proteggi i tuoi pezzi? Ma allora non hai intenzioni serie? Non ci vuoi guadagnare? E come fai a suonare in giro? Tutti i gruppi devono iscriversi!

Ci sono davvero troppi luoghi comuni sulla SIAE, troppa ignoranza. L'intento di questo articolo è cercare di sfatare quelle credenze che girano soprattutto nell'ambiente musicale riguardanti la Società Italiana degli Autori ed Editori.
Per carenze personali questo articolo sarà incentrato maggiormente sul mondo della musica.
La SIAE fa parte della nostra società, è inutile negarlo ed è ancora più inutile ignorarlo. Sta a voi musicisti, scrittori eccetera decidere se averne a che fare il meno possibile o se il suo ruolo è per voi legittimo e condivisibile.


Forse la diceria più grande è quella secondo la quale se non ti iscrivi alla SIAE i tuoi pezzi non sono protetti, chiunque te li può "rubare". È la diceria più grande ed è anche quella forse più infondata. Prima di tutto perché confonde il vero ruolo della SIAE, e in secondo luogo perché ignora completamente le basilari regole sul copyright. Chiunque, nel momento in cui finisce un libro, registra una canzone e così via, ha automaticamente i diritti sul suo lavoro. Diritti d'autore o copyright per gli anglofoni, che significa "tutti i diritti riservati", abbreviato dalla famosa ©. 

 Non c'è bisogno che l'autore registri alcunché, non c'è bisogno che pubblichi la sua opera o altro. Nello stesso momento in cui l'autore completa la sua opera diventa immediatamente il detentore di tutti i suoi diritti.
La SIAE non aggiunge niente a tutto questo, non vi paga gli avvocati nel caso qualcuno utilizzi un vostro pezzo senza il vostro consenso, non ha alcun ruolo in merito.

Un altro grande luogo comune è che tutti i gruppi seri sono iscritti alla SIAE. A parte il fatto che la Società Italiana degli Autori ed Editori, come dice il nome, è un qualcosa di prettamente italiano, se il discorso gruppi "seri" intende i gruppi "famosi" la cosa sta mutando sempre più. Infatti, è vero che i grandi big della musica italiana siano tutti iscritti alla SIAE (dopo vedremo anche il perché), ma è oramai una realtà concreta tutto quel mondo di etichette, radio e festival che si muove su dei binari completamente differenti, che evitano per quanto possibile ogni rapporto con la SIAE.

I soldi. I soldi sono il fulcro del discorso. Se non sei iscritto alla SIAE, come speri di guadagnare? Analizziamo i numeri (i dati purtroppo sono un po' vecchiotti (2009), ma la situazione non è cambiata di tanto): L'iscrizione alla SIAE costa 220 euro, ogni anno la quota è di 91,50 euro. Circa il 60% dei 44.000 autori musicali iscritti è in perdita, spende cioè ogni anno più per l'iscrizione di quanto guadagna in diritti, parliamo di circa 26.400 autori. Chi ci guadagna veramente dalla SIAE sono i soliti noti, i grandi Big della canzone italiana, agli altri spettano le briciole e a molti altri ancora non spetta niente. È nella ridistribuzione dei proventi che il discorso si fa ridicolo. Le decisioni sulla ridistribuzione spettano al consiglio di amministrazione della SIAE, che decide una metodologia. Fanno parte o hanno fatto parte di questo consiglio, fra gli altri, i maggiori editori e imprenditori della musica e della televisione. Va da sé che la metodologia di ridistribuzione dei proventi sarà a favore di questi magnati della musica. Un esempio? Alle musiche suonate/riprodotte nelle discoteche va solo il 50% (ad un campione statistico di autori, gli altri non prendono niente) dei soldi pagati dalle stesse, l'altro 50% viene ridistribuito così: il 30% va ai dischi più venduti in Italia (i soliti editori e i soliti autori), il restante 20% va al Liscio, fortemente rappresentato da sempre nel consiglio di amministrazione della SIAE.
 

Purtroppo però non è possibile ignorarla del tutto. Parliamo ad esempio dei famigerati bollini SIAE, che dovrebbero proteggere l'opera dalla pirateria. Nonostante siano stati sospesi dalla corte di giustizia europea per illegittimità, sono stati reintrodotti in Gazzetta Ufficiale tramite un nuovo Regolamento. Questi bollini sono obbligatori. Sei l'autore di un disco e di tutte le sue canzoni, non sei neanche iscritto alla SIAE, e vuoi venderlo o darlo in omaggio? Per essere in regola devi per forza applicarci sopra i bollini. Non ti interessa se il tuo disco viene "piratato", copiato, diffuso (o addirittura speri che venga fatto)? Non importa, devi lo stesso metterci i bollini.
Lo stesso discorso vale per chi organizza un concerto: suonano solo gruppi che non sono iscritti alla SIAE che eseguono solo canzoni anch'esse non iscritte? Devi ugualmente pagare una cifra in base al wattaggio dell'impianto, alla capienza del posto eccetera.

Oltre al danno anche la beffa. Siete uno dei tantissimi autori iscritti alla SIAE, volete mettere on-line un vostro brano per farvi conoscere, o magari avete realizzato il video dello stesso e volete promuoverlo su youtube? O semplicemente volete inserirlo nel vostro myspace? Legalmente non potete farlo. Impossibile? No, è la pura realtà delle cose, un autore iscritto per poter pubblicare on line una sua canzone deve chiedere un permesso alla SIAE e pagare da 60 a 360 euro all'anno.

Ma allora, nel pratico, a cosa serve la SIAE? Le motivazioni della sua esistenza sono abbastanza chiare, ma diciamo che il suo alibi è controllare l'utilizzo dei brani degli autori iscritti e riscuoterne i diritti, funzione che svolge in maniera capillare, salvo poi la ridistribuzione degli stessi. Non a caso per la sua gestione imbarazzante, la SIAE è stata commissariata e la sua esistenza di ente monopolistico e soprattutto anacronistico è finalmente messa in discussione. Staremo a vedere se il buon senso e l'esempio europeo in materia prevarranno agli interessi dei grandi imprenditori della musica e della televisione.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

BELLISSIMO! W il Creative Commons!!!!

Anonimo ha detto...

Bella storia le Creative!!!!
Facciamo un falò nella sede centrale della SIAE..!!!






Zuma

Manuelito ha detto...

Ottimo articolo Davide!
Creative Commons RULEZ!

Anonimo ha detto...

Ovviamente ha prevalso l'interesse dei ricchi editori, con un articolo del nuovo statuto che sarebbe illegale in qualunque associazione...
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/05/16/nuovo-statuto-siae-diritto-d%E2%80%99autore-ricchi/231615/

james

lafa ha detto...

"Ignoranza e luoghi comuni" è un titolo più che adatto!
Complimenti per l'analisi!

Davide "boldraker" Boldrini ha detto...

Grazie a tutti per i commenti! e grazie a giaime per l'interessante link...fosse uscito qualche giorno prima avrei fatto sicuramente una conclusione differente :)

Camilla Fois ha detto...

Questo articolo è molto, molto utile! Purtroppo vi è troppa ignoranza sull'argomento, io stessa ero all'oscuro di molte cose riportate da Davide!

Anonimo ha detto...

http://www.ilmessaggero.it/primopiano/cronaca/g8_indagato_direttore_siae_balducci_e_anemone_sequestro_per_16_milioni/notizie/196740.shtml

Anonimo ha detto...

Mi hanno segnalato questo articolo che ritengo molto interessante nel giorno in cui ho deciso e pubblicato la mia imminente lotta a suon di firme contro questa macchina mangiasoldi. Stò rimettendo insieme dei comitati con dei capogruppi che mi serviranno una volta ristabilite le norme della SIAE a raccogliere milioni di firme in tutta italia. Dico in tutta italia perchè il problema non riguarda solo gli autori ma anche i pubblici eserciuzi, privati, artigiani e milioni e milioni di persone.
La mia lotta contro la siae comincerà ufficialmente il 12 di giugno quando per un concerto benefico pro Meyer con ingresso gratuito che ho organizzato sarò costretto a pagare 1400euro di siae. Vi terrò informati e chi volesse aderire alla mia raccolta firme e mi vuol dare una mano mi mandi una mail a info@liuteriapaoletti.com. Saluti Fabrizio Paoletti